mercoledì 10 maggio 2017

LO SCALPO DI RENZI


Sandro Albini
10 maggio 2017
Lo consideravano ormai messo nel carniere il 4 dicembre dopo la sconfitta sulla riforma costituzionale. In qualche settimana risolveremo tutto, promettevano i vincitori a destra e a manca. Pratica risolta, per i Grillo, Salvini, Meloni, D'Alema, Bersani, Travaglio, Padellaro, Da Milano, De Bortoli, Brunetta ecc. ecc. Poi il tragico risveglio: Renzi è resuscitato alle primarie. Immaginavano avesse vinto (il modesto Orlando e il capopopolo Emiliano li riteneva competitori soltanto qualche sprovveduto) ma la misura della vittoria ha lasciato il segno: è ancora segretario, i sondaggi assegnano al PD suppergiù lo stesso gradimento antiscissione, la vittoria di Macron, considerato il Renzi francese, gli ha offerto una sponda per la rifondazione dell'Europa. Il vaso (ricolmo di bile) è traboccato con l'endorsement di Obama il quale l'ha investito addirittura di un ruolo planetario. Non ci hanno visto più: sono immediatamente tornati in campo sfoderando le vecchie armi: ieri il "Fatto Quotidiano" ha dedicato un titolo a tutta prima pagina riepilogando i "fallimenti" di Renzi, con ampio stravolgimento dei fatti. Subito Padellaro ha rincarato la dose dalla Gruber, perfino la Berlinguer intervistando Prodi non ha mancato di fare la sua parte trovando il modo di "insinuare" qualche malignità. Per non dire dei grillini e del centrodestra, con l'eccezione di Berlusconi perché l'uomo è un maestro di realpolitik. Ma i giornalisti non dovrebbero fare informazione? Alcuni sembrano più titolati ad inventarla condendola con rabbia e accanimento pur di "sconfiggere" il nemico di turno. Avanti, Renzi, avanti fino alla fine della legislatura con un piglio più istituzionale, meno annunci, squadra competente, proposte concrete su Europa, sicurezza, immigrazione, investimenti. Senza darsi troppa pena per chi della denigrazione ha fatto una lucrosa professione.

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