mercoledì 22 febbraio 2017

Il clima del congresso /RM2

Dopo la direzione di ieri, qui l'intervento di Laura Venturi, è stata insediata la commissione per il Congresso e si è messa in moto la macchina che, a rigore di Statuto, ci porterà al più tardi entro il 19 giugno (ma probabilmente a maggio) ad avere il nuovo segretario del Partito Democratico.

Al momento hanno già detto che si candideranno Matteo Renzi e Michele Emiliano. Probabilmente ci saranno altre candidature, si tratta solo di aspettare.

Per il Partito Democratico il congresso, specie in un anno di elezioni (entro febbraio 18 la legislatura avrà termine), serve anche a designare la persona, coincidente con il segretario eletto, da candidare alla guida del governo dell'Italia. Fa parte di quella cultura che i padri del PD hanno voluto innestare nel DNA  di questo partito, che prende il nome di vocazione maggioritaria e che non sta ad indicare solo la volontà di governare, anzi, come dice qualcuno che il PD lo ha fondato (insieme ad altri), è un po' il contrario. Un partito maggioritario (di Walter Veltroni).

Bisogna uscire dal pantano della tattica e dei tatticismi e usare la triade di Alastair Campbell, Obiettivo Strategia Tattica, con l'ultima subordinata alle prime due e soprattutto al primo.

Per questo sarà importante, prima di raggrupparsi attorno ad un leader, costruire una squadra solida e coesa e rapportarsi in maniera costruttiva, leale e proficua con gli altri competitor alla segreteria e con i loro sostenitori. È nell'interesse di tutti, principalmente di colui che sarà il vincitore e quindi, ex ante, soprattutto del favorito.

Il PD non è un partito di cloni, la ricchezza e la composizione di valori diversi, sia quelli affluenti che ne hanno determinato la nascita, sia quelli nati e scaturiti con la discussione e l'elaborazione politica in questi primi 10 anni, tutti insomma, sono una ricchezza ed il patrimonio peculiare di questo soggetto politico, a tutt'oggi unico in Italia.





Nessun commento:

Posta un commento