lunedì 9 gennaio 2017

Muore Leonardo Benevolo, la notizia fa il giro del mondo ma alla Rai non sanno chi sia



David Sassoli
7 gennaio 2017
Ieri a 93 anni è morto il professor Leonardo Benevolo. È stato un importante architetto e un urbanista famoso nel mondo. Ha scritto libri di storia su cui si sono formate generazioni di studenti. Ha approfondito questioni sulle nostre città e sulle periferie che oggi sono drammaticamente di attualità. Ha redatto piani regolatori nelle più importanti città italiane. È stato un intellettuale che ha partecipato a lungo alla vita culturale e politica del nostro paese, affine a quei cattolici “a modo loro” – Pietro Scoppola, Achille Ardigò, Paolo Prodi, Luigi Bazoli, Paola Gaiotti, Paolo Giuntella e tanti altri – che dal divorzio in poi hanno animato dibattito e iniziativa alla ricerca di soluzioni non conformiste.
Ieri Leonardo Benevolo se n’è andato e la Rai neppure se n’è accorta. Nei principali tg della sera neanche una breve con foto per dire “si è spento”. Niente di niente. Soltanto oblio da parte di un’azienda di servizio pubblico che dovrebbe essere la prima azienda culturale italiana. Un’azienda culturale che non rende omaggio agli uomini della nostra cultura. Purtroppo non è un controsenso, ma il filo rosso di un declino prima di tutto di quella sensibilità che dovrebbe animare lo spazio pubblico. Di fronte a fatti del genere la Rai dovrebbe riflettere su come sviluppare anticorpi in grado di rispondere alla propria funzione. La morte del professor Benevolo è il paradigma di questa sfida. Non c’ė studente di architettura che non abbia studiato sui suoi libri, storico che non abbia dovuto fare i conti con le conclusioni delle sue ricerche, intellettuale che non si sia confrontato con analisi e opinioni consegnate per lunghi anni alle prime pagine dei più importanti quotidiani italiani.
Non spetta a noi analizzare il valore del suo percorso professionale e l’importanza che il professor Benevolo occupa nella storia della cultura italiana. A noi non resta che soffrire guardando un servizio pubblico che non si mostra in grado di far partecipare la propria comunità nazionale al lutto per la perdita di una eccellenza italiana riconosciuta a livello internazionale e non concede cittadinanza ad un maestro a cui il presidente Ciampi nel 2003 consegnò la medaglia d’oro per meriti culturali.
Per Benevolo ieri non c’era spazio nei tg della Rai. Ma fuori dalla Rai c’è una vita del paese che la Rai non può oscurare se vuole meritarsi la fiducia dei contribuenti.

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