giovedì 15 settembre 2016

L'equilibrista

«Jean- Claude l’equilibrista» si è esibito a Strasburgo. All’Europarlamento, il presidente della Commissione europea ha narrato nel suo discorso sullo Stato dell’Unione. Uno stato molto gramo, quello di una Europa segnata dall’avanzata prepotente dei populismi, da muri, frontiere blindate, mancata crescita, politica estera e di difesa comune inesistente. Una Europa siffatta ha bisogno di una scossa immediata, di scelte impegnative, di fatti concreti. Di tutto, meno che di furbate dialettiche, di equilibrismi lessicali fatti per provare ad accontentare tutti, di una stantia retorica dei sentimenti. Un esempio? Eccolo. Recita Juncker: «Il Patto di stabilità non deve diventare un Patto di flessibilità, ma serve una flessibilità intelligente per non ostacolare la crescita…». Tre righe buone per essere interpretate in un modo dai “rigoristi”del Nord, e in un senso opposto dai “flessibilisti”del Sud.

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